Ieri sera il Dani, nell'insicurezza più assoluta, ha optato per il NO. Per tutelare me stessa, ha detto.
Se mai un giorno capiterai in questo blog che ho sostanzialmente iniziato anche per te, leggi tutto con attenzione, Fossette. Sono per te tutte queste parole, nonchè i pensieri che la mia mente ha prodotto: fiaba e realtà, incanto e disincanto, sì - no.
Quell'ultimo bacio alla porta non doveva essere l'ultimo. Non volevo fosse l'ultimo.
Quei tuoi occhi lucidi sulla panchina, quelle tue gambe divaricate per contenere il mio corpicino, quasi per proteggerlo, come hai sempre fatto, quelle volevano reggermi ancora.
Quelle tue mani hanno percorso per l'ultima volta le mie gambe, fino a raggiungere quella parte tanto intima che, niente da dire, hai voluto rispettare. Tanta era l'insicurezza.
Hai accarezzato i miei capelli. Ancora una volta. E di nuovo mi hai detto che profumavano di vaniglia; quel profumo lo adoravi e neanche ti ricorderai quante volte baciandomi mi hai sussurrato "sto baciando i tuoi capelli, ne hai tantissimi".
Quelle tue mani hanno percorso per l'ultima volta le mie gambe, fino a raggiungere quella parte tanto intima che, niente da dire, hai voluto rispettare. Tanta era l'insicurezza.
Hai accarezzato i miei capelli. Ancora una volta. E di nuovo mi hai detto che profumavano di vaniglia; quel profumo lo adoravi e neanche ti ricorderai quante volte baciandomi mi hai sussurrato "sto baciando i tuoi capelli, ne hai tantissimi".
Ieri sono andata a correre. E il mio viso era rigato di sudore e lacrime. Sono arrivata al ponticello, ho preso un pugno d'erba e ho disegnato le ali al cuore sotto la scritta.
Spicca il tuo volo, Fossette. Qualcuno ti ha amato. Tu non te ne sei accorto. Fa niente.
Per me rimani la splendida persona che sei.