venerdì 25 maggio 2007

Il saluto allo Iaio

Non so perchè, a volte non c'è un perchè, ma quest'anno mi ero affezionata allo Iaio. Sono tre anni ormai che lo conosco. Il tempo davvero vola.

Lui è l'uomo che ti fa l'occhio da cerbiatto, l'uomo dalla pazienza infinita, l'uomo anti-storia-seria-15-giorni-giù-e-via, l'uomo dalle poche parole.

Ma è lui che più di qualche volta mi ha portato di sera a mangiare il gelato o a fare la camminata per digerire, stranamente verso il Sisa... E sempre stranamente - poco prima di via Trieste - avevo digerito e si poteva tornare indietro. E' lui che mi ha fatto da pilastro portante la sera al Fish Market e come dimenticarla? La sera dell'Agrizooparty... Tanto lui è astemio, davvero!

Dai, diciamolo, con la zia Tora hai fatto la tua gran cazzata, ma tutti ti vogliono un gran bene comunque. Lo si è visto quando te ne sei andato via... Avessi avuto un fazzoletto bianco a portata di mano l'avrei fatto sventolare! Poi, si sa, hai uno stile di vita opinabile ma sei bello così: odi il caldo, odi la massa ("Qui c'è troppa gente per i miei gusti!!"), odi chi ti sta addosso come una ventosa. E allora te ne vai via 4 mesi e hai ragione.

Abbiamo fatto assieme un pezzo di strada ed era tutto un "Ilario, dopo passi in biblio, vero? Vieni a darci l'ultimo saluto!".

Non te l'ho detto. Non ne ho avuto il coraggio... GRAZIE IAIO. SEI STATO PREZIOSO!

- Dimmmmmmiiiiiii Diana!!! - E' tua e solo tua questa frase.

C'è che devo mangiare di più.
C'è che devo andare a correre se almeno ho mangiato qualcosa per merenda.
C'è che la mensa per me è diventata una gabbia.

Mercoledì siete state delle mammine premurose, portandomi prima l'acqua e lo zucchero, poi andandomi ad ordinare un toast che a fatica ho mangiato. Ogni boccone era un parto! "Dai, mangiane ancora un pezzo! Dai, bevi un sorso di succo, ti passo il succo?"
La tensione mi prende lo stomaco, cavoli. Ma io certe situazioni non le voglio evitare, non sarebbe giusto.

Comunque alla fine il Milan ha vinto. I tridentini esultavano abbracciandosi e abbracciando. Erano tutti in pole position - David, il Manza, l'Ale, il Dani, il Vit - a guardare 'sta c**** di partita. Io, lo Iaio, la Angi e Marta eravamo di lato. E quante volte abbiam fatto passare la Elisa BLA BLA BLA, bah! Poi, alla fine della partita, lo spettacolo era poco piacevole percui con il figlio del postino e la matricoletta siamo andati a mangiare il gelato.

Settimana di scherzi ricevuti e scherzi organizzati questa.
Mercoledì sera torno da correre tutta sudata, suono il campanello perchè le mie coinQ mi aprano e mi risponde Katia.
- Scusami Diana, potresti farmi un favore? Mi è caduto lo straccio dal terrazzino! Me lo puoi andare a prendere? - Katia
- Sì, sì, Katia, vado subito - Io
Arrivo giusto sotto il terrazzino, raccolgo lo straccio e mi sento uno scroscio d'acqua addosso!!! Wow, stavo morendo dal caldo quindi mi è andata davvero bene!
Però... ieri sera io e la Dodo ci siamo vendicate! Katia è andata fuori a mangiare con i suoi genitori percui abbiamo avuto un sacco di tempo per preparare uno scherzo con arte!
Abbiamo preso il Che che ha in camera e gliel'abbiamo appeso fuori dalla porta d'entrata. Sopra una sedia abbiamo messo la sua pila di indumenti rossi e un foglio con scritto "al rogo" e vicino invece le abbiamo indicato quali sarebbero dovuti essere i nuovi colori da adottare: nero e verde... con tanto di regolamento annesso... "Non avrai altro Dio al di fuori di Umberto Bossi, nostro Dio e nostro salvatore dalla stirpe dei mediterroni!!!"

Risultato? Katia è salita con i suoi genitori e tra le loro risa, le abbiamo aperto!

Devo ancora iniziare a studiare seriamente per l'esame di lunedì prossimo. Paullllaaaa! Paullla!

***
"Quando non può lottare contro il vento e il mare per seguire la sua rotta, il veliero ha due possibilità: l'andatura di cappa che lo fa andare alla deriva, e la fuga davanti alla tempesta con il mare in poppa e un minimo di tela. La fuga è spesso, quando si è lontani dalla costa, il solo modo di salvare barca ed equipaggio. E in più permette di scoprire rive sconosciute che spuntano all'orizzonte delle acque tornate calme. Rive sconosciute che saranno per sempre ignorate da coloro che hanno l'illusoria fortuna di poter seguire la rotta dei carghi e delle petroliere, la rotta senza imprevisti imposta dalle compagnie di navigazione. Forse conoscete quella barca che si chiama desiderio."

Elogio della fuga
Henri Laborit