venerdì 31 agosto 2007

Ultimo weekend

Tra un'ora riparto per trascorrere un week-end ad Asiago, il fine settimana che decreterà la fine di questa cortissima estate.
Ieri ho registrato 28. Alla fine ho rifatto un esame per prendere un voto in più e me ne rendo conto pure io, in parte ho sbagliato a rifiutare il 27.
Mi sento un po' ovattata a causa di questo maledetto raffreddore ma si parte comunque. Tra un po' arriva o la Salmonella, o la Caffèlatte, o la Sorcetta...
L'ultimo weekend. Almeno per quest'anno 2007.

Non guardar fissa l’onda
che si frange al tuo piede;
fino a quando
sarà immerso nell’acqua
onde nuove verranno.
(Brecht, Canzone del fluire delle cose, da Un uomo è un uomo)

Un in bocca al lupo tutto speciale ad Angi. I'm with you!

lunedì 27 agosto 2007

Le indimenticabili 7


"Ho voglia di te"

domenica 26 agosto 2007

Destinzione: felicità

Il paradiso è una semplice camera da letto di un ragazzo che gioca a pallacanestro e ha un pensiero carino ogni mattina per lei, un pensiero al sapore di cereali e frutti di bosco. Il paradiso è una coperta azzurra e leggera di un letto grande che la accoglie come un petalo che cade tra le onde. E lei si sente portare, morbida e un po' impaurita, felice però di essere lì, di aver accettato quel viaggio insieme che stanno per fare. Senza partire. Senza bagagli. Senza mappe o cartine. Perchè in amore le strade e il paesaggio sono sempre una scoperta continua. Perchè nessuno te li insegna. O forse sì. E il suo respiro ti guida. Ti dice dove voltare. Dove rallentare. Dove fermarsi... E poi ripartire senza paura. Filippo la guarda così, sdraiata, bellissima. E gli sembra di non aver mai visto tanta luce arrivare da due occhi soltanto. Gli sembra che la vita di colpo abbia davvero senso e che tutto ciò che ha fatto fino a oggi sia servito proprio per arrivare fino a lì. In quel nuovo paradiso, destinazione felicità.


sabato 25 agosto 2007

Settimana di prova

Stavo sorseggiando una grappa di moscato quando ti ho visto frettolosamente entrare in gelateria passandomi ad un paio di metri da dove ero seduta io.
Per finire quella delizia ho dovuto fare scambio di posto con Melissa. E tu sei ripetutamente uscito.
Brucia il silenzio che hai innalzato, brucia l'indifferenza che hai verso di me e mi arrabbio con me stessa, per la mia incapacità di reagire.
E al telefono l'ho sentito dire 'grazie' con quella z sonora che è solo sua.
Campo sportivo di Cavareno, quello più in alto. Per non dimenticare tutto quello che per te ho sinceramente provato. Qualcuno glielo ricordi.
Davvero vorrei che qualcuno glielo dicesse.


Qualche giorno dopo aver preso possesso della sontuosa villa, Ernst Kazirra, rincasando, avvistò da lontano un uomo che con una cassa sulle spalle usciva da una porticina secondaria del muro di cinta, e caricava la cassa su di un camion. Non fece in tempo a raggiungerlo prima che fosse partito. Allora lo inseguì in auto. E il camion fece una lunga strada, fino all’estrema periferia della città, fermandosi sul ciglio di un vallone. Kazirra scese dall’auto e andò a vedere. Lo sconosciuto scaricò la cassa dal camion e, fatti pochi passi, la scaraventò nel botro che era ingombro di migliaia e migliaia di altre casse uguali. Si avvicinò all’uomo e gli chiese: - Ti ho visto portar fuori quella cassa dal mio parco. Cosa c’era dentro? E cosa sono tutte queste casse?
Quello lo guardò e sorrise: - Ne ho ancora sul camion, da buttare. Non sai? Sono i giorni.
- Che giorni?
- I giorni tuoi.
- I miei giorni?
- I tuoi giorni perduti. I giorni che hai perso. Li aspettavi, vero? Sono venuti. Che ne hai fatto? Guardali, intatti, ancora gonfi. E adesso?
Kazzirra guardò. Formavano un mucchio immenso. Scese giù per la scarpata e ne aprì uno. C’era dentro una strada d’autunno, e in fondo Graziella, la sua fidanzata, che se ne andava per sempre. E lui neppure la chiamava. Ne aprì un secondo. C’era una camera d’ospedale, e sul letto suo fratello Giosuè che stava male e lo aspettava. Ma lui era in giro per affari. Ne aprì un terzo. Al cancelletto della vecchia misera casa stava Duk, il fedele mastino, che lo attendeva da due anni, ridotto pelle e ossa. E lui non si sognava di tornare. Si sentì prendere da una certa cosa qui, alla bocca dello stomaco. Lo scaricatore stava dritto sul ciglio del vallone, immobile come un giustiziere. - Signore! - gridò Kazirra - Mi ascolti. Lasci che mi porti via almeno questi tre giorni. La supplico. Almeno questi tre. Io sono ricco. Le darò tutto quello che vuole.
Lo scaricatore fece un gesto con la destra, come per indicare un punto irraggiungibile, come per dire che era troppo tardi e che nessun rimedio era più possibile. Poi svanì nell’aria, e all’istante scomparve anche il gigantesco cumulo delle casse misteriose.
E l’ombra della notte scendeva.
I giorni perduti (da Centottanta racconti, di Dino Buzzati)

And I would run away
I would run away, yeah..., yeah
I would run away
I would run away with you
(Runaway, The Corrs)


venerdì 24 agosto 2007

Lago Smeraldo



Le indimenticabili (5): "Voglio assolutamente avere un bambino".
Le indimenticabili (6): "Ciaaao".
(A.B.)

D: non era una sorella della Caffelatte, era una Fiat, almeno credo!

lunedì 20 agosto 2007

Scusa ma ti chiamo amo

Un giorno ho visto un fiore con tante farfalle. Questi non era perfetto come una rosa allevata in serra tra mille cure, viziata e cresciuta senza ostacoli; si trattava invece di una pianta selvatica, nata sul bordo di un campo, tra numerose difficoltà, resistendo ai diserbanti e agli attacchi degli insetti. Questa pianta ha saputo apprezzare ciò che la vita le aveva serbato e nella sua semplicità aveva qualcosa di grande da donare: è fiorita deliziando i miei occhi meravigliati e più ancora offrendo il suo nettare ad alcune farfalline colorate e fragili che per qualche istante le hanno fatto visita. (A. B. su concessione dell'autore del blog)

venerdì 17 agosto 2007

Le indimenticabili (4 con *)

A: dai, cominciamo dagli imettori zoofagi, quali insetti appartengono a questo gruppo?
D: dunque, ce ne sono due, adesso te li dico, 'spetta...
A: bene, andiamo avanti...

E voglio ricordare non le cose dette ma il modo in cui abbiamo ripetuto tutti gli insetti uno alla volta... Uno dopo l'altro, piano piano, con calma, con mooolta pazienza...



Please wait and just stay

Do you need anything?

Want you to feel me near?

(Stay, Elisa)

Perle di saggezza


"Un uomo un giorno tentò di tentare un tentativo. Il tentativo di tentare consisteva nel tentare di tentare un tentativo. Ma fu colto dalla tentazione e fallì il tentativo di tentare."
*****

Aspetto l'orecchino finito nei meandri della Saab!


PS: pata, don't worry!


giovedì 16 agosto 2007

Diario fotografico di una splendida esperienza

Una delle rarissime foto di Antonio durante la settimana in alta quota

Salita verso il rifugio Biella

Il rifugio Biella

Tramonto dal rifugio Biella

La vallata dove si trova il rifugio Lavarella

La scritta che mi hanno lasciato Paola e Chiara

La ripidissima discesa verso il laghetto Lagazuoi

Il tramonto dal rifugio Lagazuoi, Passo Falzarego

Tofane al tramonto

La salita verso il monte Averau

Il rifugio Nuvolau

La saletta del rifugio Nuvolau

Passo Giau, tappa d'arrivo. Si scorge pure il rifugio Nuvolau.
Si ringraziano vivamente il fotografo e la sua splendida macchina fotografica!

Tocai













°°°

Tocai post e pre-operazione di potatura operata da Antonio. Che vita da cani!!!

Scrivi, affinchè non lo cancelli il vento.

Qualche giorno fa ho incontrato un mio amico che mi ha affidato un compito piuttosto difficile. Mi ha infatti detto questo: "Ti prego, prendi carta e penna e scrivi di questo mio sentimento, appena torni a casa". In quel momento ho subito pensato a ciò che Isabelle Allende aveva scritto sul libro intitolato D'amore e ombra:
"Questa è la storia di una donna e di un uomo che si amarono in pienezza, evitando così un'esistenza banale. L'ho serbata nella memoria affinchè il tempo non la sciupasse ed è solo ora, nelle notti silenziose di questo luogo, che posso infine raccontarla. Lo farò per quell'uomo e quella donna che mi confidarono le loro vite dicendo: prendi, scrivi, affinchè non lo cancelli il vento".
(Isabelle Allende, D'amore e ombra)


... Si divincola, schiocca le dita e spesso mi dice: "Scendi dal mondo fatato, fallo!". Ma mi abbraccia e lo fa con una preziosissima intensità. Sento che mi vuole veramente bene, lo sento da come mi stringe, lo vedo da come a volte mi guarda. Di sera mi addormento accarezzandola, mentre lei tiene le mani sotto il suo viso e si stende lungo il mio fianco destro. E di mattina la sveglio con un bacio e le do il buongiorno, appoggiando appena le mie labbra sulle sue labbra. Lei mi fissa e non parla, parla solo il suo sguardo. O parlano i suoi movimenti. Si rannicchia verso la parete per evitare la luce del mattino e sfrutta gli ultimi minuti di sonno. Lei sente il calore delle mie mani, lo può sentire anche di notte, e potrei svegliarla per pochi minuti, quelli magici, quelli fugaci. Quelli più belli, quelli in cui non servono parole. I corpi hanno un loro linguaggio e il vocabolario di quella lingua viene creato dalle emozioni di quegli istanti.
Ho paura di perderla però.
In davvero poco tempo è riuscita a marcare il territorio con mille messaggi disseminati per tutta la mia stanza. Ha sconvolto il mio ordine. Ha incollato una perla alla porta, ha reso il mio orario una lavagna da scarabocchiare. Ha riempito la mia casa di canti e di frasi dette a voce altissima. Risate sotto e sopra le lenzuola.
Pianti sopra e sotto il cuscino. Uno da tenere tra le braccia e uno da mettere sopra la testa.
Un'ultimissima sera si è pure addormentata su quel mio braccio che reggeva un libro. E l'ho lasciata dormire perchè di notte è quell'angelo che di giorno non è...

Questo è ciò che il mio amico mi ha raccontato. Spero di aver ricordato tutto nei minimi dettagli. E chiedo scusa se ho sbagliato in qualche particolare.
Purtroppo a volte non è molto facile scrivere di un sentimento.
Io c'ho comunque messo tutta la mia passione.

Martedì mattina ho fatto l'esame e ho rifiutato un voto più che discreto, un po' per orgoglio, un po' per..., non so. So che sono contenta così.
Settimana di fuoco quella appena trascorsa. Complimenti, davvero complimenti, a chi è riuscito a sostenere una situazione piuttosto tempestosa a testa alta fino alla fine portando a casa un meritatissimo 30 e lode, già degnamente festeggiato con una cena da signori!!!
Lotta biologica (...) in 6 giorni! Siamo stati più che bravi!

Le indimenticabili (3): "Partiamo dalla biotopa!" Autore: Antonio (anzichè biotopo...)

lunedì 6 agosto 2007

Help! 2!

Per fotuna esisti...


Saluti e baci! Al 16 di agosto...

Help!

Diana, stai tranquilla. Stai tranquilla.
Non agitarti eccessivamente.
Ti hanno solo anticipato la data dell'esame di una settimana.
Non importa, ce la farai comunque.
Non importa, ce la facciamo comunque.
Farai un'immersione da paura.
In agosto poi è ancora più bello.

Parto e fuggo da Antonio.
Un'altra avventura ci aspetta.
L'ennesima avventura da condividere insieme.
Lotta biologica in 7 giorni!
Per me, 6 giorni e mezzo per colpa di Causin.
Saluti e baci, emigro... Fortunatamente!
E sclero!

sabato 4 agosto 2007

Dai silenzi del Nuvolau ai rumori dell'Arcella

"Il mondo è pieno di persone meravigliose" mi ha detto la Vet un giorno, quando mi capitava di sentirmi delusa per la diffusa superficialità che ormai incontravo ovunque. "Ci sono persone belle, genuine, interessanti, basta saperle riconoscere" continuava a dirmi in quel pomeriggio di gennaio al telefono.

E' vero, s'incontrano splendide persone durante il nostro cammino di vita, quel treno a tanti scompartimenti dove di tanto in tanto in qualche fermata salgono persone e in qualche altra ne scendono. Questi compagni di viaggio.


E vedere l'Alta Via che ho percorso in questa settimana come il percorso della mia vita? Si parte da un lago, l'acqua come elemento originario, e si arriva ad una meta, solamente dopo tante fatiche, affaticamenti che però ti danno la possibilità di apprezzare quello che raggiungi.

Si raggiunge la meta camminando anche 8 ore al giorno, facendo irte salite come quella per raggiungere il rifugio Biella e ripide discese come quella per arrivare al Pederù. E cammini con lo zainone in spalla che ti toglie il fiato. Devi infatti alzarne il fondo e fare un profondo respiro per riprendere la camminata.


E c'è almeno un prezioso compagno di viaggio che ti sorride quando ti vede stanca, spossata. Abbozza un sorriso che cela tante parole, non inutili ma non indispensabili quando manca il respiro per proseguire il cammino. E quel compagno di viaggio allevia ogni tuo peso, materiale e non. Senza mai dire "Sono stanco". E tu gli sei dietro e vedi il suo zaino che contiene anche parte del tuo zaino.

Questo viaggio ha una sorta di carta d'identità che abbiamo inventato io e Antonio durante la discesa al passo Giau. Molte cose purtroppo le ho dimenticate, comunque cercherò di farle riaffiorare...


- Hai una sola foto a disposizione durante il viaggio. Se dovessi ripetere la camminata, per che cosa riserveresti quella foto? Per il tramonto che sono riuscita a vedere dal rif. Lagazuoi.
- La tappa più entusiasmante? Quella dal rif. Lavarella al rif. Lagazuoi. Tappa estremamente difficile ma altrettanto affascinante per la ricchezza di paesaggi, per il silenzio di quei posti, per la luce di quel mattino e per il colore del cielo di quella giornata.
- Il rifugio più bello? Il Nuvolau perchè ha qualcosa di mistico quel posticino. Ricordo bene la piccola sala in cui abbiamo cenato con un piatto di spezzali alla panna e speck... Deliziosa la cena e deliziosa l'atmosfera di quel rifugio sul cocuzzolo della montagna.
- La chiacchierata più bella? Quella di mercoledì notte, a causa della quale qualcuno ha inveito contro di noi con un "Non riesco a dormire!".
- Il momento più bello? Quando mercoledì mattina su uno spiazzo ricoperto da terra limosa ho trovato la scritta "Dai Diana" fatta da due ragazze che avevamo conosciuto la sera prima e che avevano percepito la mia fatica nell'affrontare quest'avventura!
- Il momento più ardito? Quando sono scesa dalla cuccetta per raggiungere il corridoio...
- Il flash più bello? Il sorriso del mio compagno di viaggio, anche quando portava sulle spalle 3-4 kg in più dei suoi 13!
- Le indimenticabili (2): "fai star bene una persona!"
- I personaggi: gli sposini di Teolo, il fantastico gruppo di Pavia (Angela, Maurizio e la biondina), Matthew (un forestale trentenne proveniente dall'Australia), le due sorelle di Novara, Paola e Chiara, Clara (la mamma sclerata in cerca di tranquillità, in vacanza da sola per una settimana), i plebei di Ponte San Niccolò, gli idraulici e il rifornitore di sementi (...).
- L'umore: alle stelle!
- Il momento in cui ho detto "Non ce la faccio": bivio Lavarella-Fanes
- Un ricordo per sempre? La foto della colazione di questa mattina! Grazieeeeee!!!


Certe notti somigliano a un vizio che non voglio smettere, smettere mai.
Certe notti fai un po' di cagnara che sentano che non cambierai più.
Certe notti c'hai qualche ferita che qualche tua amica disinfetterà. E si può restare soli, certe notti qui, che chi s'accontenta gode, così così. Certe notti o sei sveglio, o non sarai sveglio mai.
Certe notti ti senti padrone di un posto che tanto di giorno non c'è.
Certe notti se sei fortunato bussi alla porta di chi è come te.
Non si può restare soli, certe notti qui, che se ti accontenti godi, così così.
Certe notti sei solo più allegro, più ingordo, più ingenuo e coglione che puoi quelle notti son proprio quel vizio che non voglio smettere, smettere, mai. Non si può restare soli, certe notti qui, che chi s'accontenta gode, così, così. Certe notti sei sveglio o non sarai sveglio mai.
Certe notti qui, certe notti qui, certe notti qui.

(Certe notti, Ligabue)


Certe notti se sei fortunato bussi alla porta di chi è come te...