venerdì 14 settembre 2007

Quella carezza della sera

Odio quel tuo viaggio, quella tua meta così lontana da raggiungere. Ma nello stesso tempo t'invidio, t'invidio moltissimo perchè insieme avremmo potuto vivere appieno questa esperienza, questa tua entusiasmante avventura che stai per intraprendere. Un nuovo continente, una nuova coltura, un'altra tarda primavera da vivere, come se volessi prolungare all'infinito l'estate appena vissuta.

Sei tranquillo. Fuori. Non fai trasparire nulla e questa volta sei davvero convinto, una convinzione così certa che quasi mi spaventa. Vederti così sicuro quando in lacrime ti dico: "Odio quel tuo viaggio".

"Parto. E sono sereno. E' un viaggio stupendo. Peccato capiti nel momento più sbagliato."

A volte ti osservo. Silenzioso cammini fissando un punto. Mi tieni stretta a te e mi sorridi teneramente, guardandomi con la coda dell'occhio. Procedi sicuro perchè dai tuoi genitori hai appreso che la vita a volte è estremamente dura e che le decisioni prese si devono portare avanti. Fino in fondo e con tenacia.
Ammiro la tua fermezza e la tua pacatezza, pur conoscendo le tue insicurezze interiori che celi, sopprimi, fai sprofondare nei luoghi più nascosti del tuo essere. E sei uomo, ogni volta che dici "parto", e sei bambino, ogni volta che deglutisci per non far andare giù la lacrima che non ho mai visto.
E sei scolpito sull'immagine del papà dalla grande personalità. E così continuerai a crescere: un po' calpestato dalla sua morale presenza, ma reso fortissimo dalla sua troppo distaccata assenza.

Non so più il sapore che ha

quella speranza che sentivo nascere in me

Non so più se mi manca di più

quella carezza della sera

o quella voglia di avventura

voglia di andare via


New Trolls, Quella carezza della sera