sabato 16 giugno 2007

Colori, sentori, sapori, rumori, tepori d'Andalusia

Sono a corto di forze ma non posso andare a letto senza lasciare qualche traccia sul mio blog di questa meravigliosa vacanza. Almeria, Murcia e Granada, non ci sono aggettivi per descrivere il loro incanto.


Si dice che per imparare a vivere appieno e per essere totalmente coinvolti nelle esperienze che si affrontano sia necessario far uso dei cinque sensi i quali ci consentono di entrare in sintonia con il luogo che si sta visitando. E così è stato. Ecco quindi le sensazioni che ho potuto percepire con i miei cinque sensi, le soglie d'ingresso dei colori, dei sentori, dei sapori, dei rumori e dei tepori dell'Andalusia.

Ho visto un cielo terso, azzurro, di quell'azzurro compatto che non lascia spazio alle bianche nuvole che solo di rado ne hanno interrotto l'uniformità. Un azzurro vivace, pieno di trasparenza in grado di dare il giusto contrasto al giallo paglierino del grano e al giallo limone dello Spartium junceum distribuito a macchie tra la brulla e rada vegetazione.
Vaste erano le distese di olivi dai fusti possenti e dalla tipica chioma verde argentata, di agrumi, limoni, aranci e mandarini ai quali si aggiungevano, nelle zone più aride, cespugli spinosi e piante di finocchio selvatico (Foeniculum vulgare). Un elemento che caratterizzava fortemente il territorio era la presenza di ogni genere di succulente come le agavi, dalle lunghe foglie carnose striate di giallo sui i bordi e molte varietà di cactacee.
E che dire poi degli oleandri in fiore lungo le strade, degli ibischi dai grandi fiori color arancio e rosso porpora e delle buganvillee che formano vivaci macchie viola o rosso acceso...
Una cosa poi mi ha proprio colpito. A Capo de Gata ho visto per la prima volta nella mia vita lo Statice cordata (Limonium cordatum) in forma spontanea mentre noi, qui in Italia, lo coltiviamo in serra come fiore che poi si può seccare.

Ho sentito i profumi tipici del mare che però lì erano potenziati come in nessun altro luogo. Camminando poi per le strade di Granada si poteva sentire l'odore pungente della salsa ali-oli della quale ho fatto vere e proprie scorpacciate bevendo, senza neanche accorgermene, interi bicchieri di birra.
Sono rimasta anche molto colpita dai mille profumi di fiori ed essenze provenienti dal quartiere arabo dell'Albaicìn.

Ho gustato le "tapas", le celeberrime "tapas", assaggini di vario genere che vengono serviti in piccole quantità assieme alla birra. In questo modo se ne possono provare di moltissimi gusti e vanno condivisi con il gruppo. L'usanza è quella di non rimanere in un solo locale a mangiare le tapas ma di muoversi da un locale all'altro divertendosi a parlare e a scherzare con gli amici. Buonissime le papate con la salsa all'aglio di cui ho parlato prima, eccezionale il prosciutto crudo spagnolo tagliato abbastanza spesso con il coltello e straordinario il pesce fritto.

Ho sentito ripetutamente il suono del didgeridoo, strumento musicale originario degli Aborigeni dell'Australia. Fuori dalla cattedrale di Granada c'era appunto un suonatore di questo strumento che con la sua cadenzata melodia ha accompagnato tutta la mia intera visita della città. Io nemmeno sapevo esistessero didgeridoo così lunghi e variopinti!

Ho apprezzato il tepore del clima mediterraneo.

Ed ora diamo spazio ai ricordi che rimarranno per sempre impressi nella mia memoria. Farò un lungo elenco probabilmente perchè non riuscirei ad unire singoli flash tra di loro o forse perchè ricordo dei momenti presi singolarmente e poco contestualizzabili che hanno però un'autentica magia degna di essere impressa in un mio post come questo.

  • Il prof. Pimpini, questa figura emblematica che all'età di settant'anni ci ha seguito quasi ovunque riposandosi di tanto in tanto in qualche panchina. Che forza, che voglia di vivere in mezzo a noi, che voglia di insegnarci che si è intelligenti e maturi se si è prima di tutto umili. E lui ha dimostrato la sua umiltà con tutti, anche in aereo, quando un turista gli ha chiesto che cosa fossero quei puntini grigi che in file ordinate ricoprivano intere colline. Lui ha risposto esattamente così: "Secondo la mia umile opinione, dovrebbero essere ulivi". Altro che l'utilizzo del condizionale, dentro quell'aereo il prof. era l'unica persona degna dell'utilizzo di un "sono ulivi, dei meravigliosi ulivi, di sicuro". Sono davvero fiera di averlo scelto come mio relatore per la laurea specialistica.

  • Il gruppo compatto: 20 ragazzi che mi hanno visto crescere, sputtanato alla grande ma anche voluto bene in egual modo. Risate al tavolo per stupidaggini, il mio bicchiere mai vuoto e gli insulti alla mia frase: "Basta alcool, non ne posso più! Scusi, posso avere dell'acqua?!" E la loro risposta al cameriere: "Non la ascolti, lasci perdere, prende birra eccome!".

  • Lele e Luca, gli immancabili Ale e Franz, come io li ho sempre chiamati. Siete forti e vi voglio un bene dell'anima!

  • La frase che una sera mi ha fatto incazzare: "Sotto la terza non è amore"

  • L'Almeria e i suoi ecomostri, serre comprese.

  • I bagni in acqua e le onde che mi scaraventavano per terra.

  • La Cabana del Tio Tom.

  • Le pance dopo le mangiate da 50 euro!

  • Il vento di Salobrena e la sabbia che si alzava e punzecchiava!
  • L'Acanto che cresceva ovunque
  • La mistica magia dell'Alhambra
  • La memorabile balla di martedì sera per quei cazzo di messaggi. Cmq il Malibù era proprio buono solo che al posto di berlo assieme alla Coca come di solito si fa, me l'hanno fatto gustare liscio, visto che con il Baylis non ne volevo sapere di partire! Sembrava acqua fresca! Stadifatto che vestita mi hanno messo a letto, e il giorno dopo mi son svegliata non rincoglionita, peggio! Ah, per quei cazzo di sms!
  • La tenerezza di Lele. Ma ciò che si è fatto in Spagna rimane in Spagna. L'avevamo promesso.

Foto? Dai ne metto qualcuna...


Lele ha riempito di sassi lo zaino di Luca!!


Le piramidi in acqua dei ragazzi!


Le mangiate di pesce!